Le ricerche del XIX secolo
Le fonti antiche hanno conservato la memoria di Bedriacum e ne hanno permesso la localizzazione grazie alle informazioni tramandate
sui luoghi di svolgimento delle battaglie del 69 d.C., costituendo uno strumento indispensabile per le prime ricerche di carattere archeologico.
Agli inizi dell'Ottocento, infatti, sotto l'impulso di studiosi locali, si effettuano, seguendo le indicazioni fornite dagli autori antichi, le prime indagini
sul territorio nei pressi di Calvatone, in località Costa di Sant'Andrea, su un terrazzo fluviale a poca distanza dal moderno abitato,
per individuare il posizionamento del vicus.
Le ricerche condotte nel XIX secolo, il cui unico scopo era il recupero dei materiali antichi, risultano proficue:
vengono alla luce reperti significativi, tra cui monete, bronzetti, vetri, ceramiche, frammenti di statue di marmo e di bronzo, presto dispersi tra
collezioni museali e private, e si intuisce che l'interpretazione delle fonti in relazione al posizionamento del vicus è corretta.
Un'importante descrizione dei rinvenimenti calvatonesi si trova nel libro di don Luigi Luchini, parroco di Romprezzagno (un piccolo centro nei pressi di Calvatone):
stampato nel 1878, il volume Bebriaco illustrato dai suoi scavi archeologici. Prima pagina di storia cremonese contiene le prime ricerche condotte nel territorio
fino al 1877 e illustrate dallo stesso parroco. Si tratta di informazioni interessanti, anche se talvolta accompagnate da fantasiose interpretazioni.
La scoperta più clamorosa avviene, tuttavia, nel 1836, anno in cui vengono ritrovati alcuni frammenti di una statua in bronzo raffigurante una Vittoria che si
posa su un globo, divenuta poi celebre come la Vittoria di Calvatone.