Gli scavi UniMi: l'Area della Domus del Labirinto
Dal 2001 al 2006 le indagini archeologiche si sono concentrate nella fascia settentrionale
dell'area di proprietà provinciale, nell'area in cui era stata parzialmente riportata in luce nel 1959 la cosiddetta Domus del Labirinto, così denominata per la presenza di un emblema a mosaico con la raffigurazione di un labirinto, conservato presso il Museo Archeologico Platina di Piadena, che ornava il pavimento di una delle sale da pranzo della casa.
I nuovi scavi, concentrati in un primo momento intorno alle strutture già note della domus,
hanno assunto col tempo carattere estensivo, reggiungendo
un'estensione di 768 mq, per esplorare le aree circostanti e comprendere lo sviluppo urbanistico di questa zona
residenziale.
Questo settore del vicus comincia a essere frequentato alla fine del II sec. a.C. e intorno alla metà del I sec. a.C. vengono costruiti almeno due edifici residenziali, che si sono potuti indagare soltanto nelle aree non occupate dai pavimenti delle domus del periodo successivo. Uno di essi risulta di grande interesse, poiché è il diretto antecedente della Domus del Labirinto: si tratta della Domus del Focolare, di cui è stato possibile indagare il cortile, dotato di un pozzo e di un focolare. Nel cortile è stata rinvenuta la fossa di fondazione della casa riempita con materiali particolari, tra cui una bellissima olla situliforme in ceramica a vernice nera di produzione adriese. Le strutture mostrano tracce di frequentazione per tutta la seconda metà del I sec. a.C. e la loro distruzione, forse a causa di un incendio, è compresa tra la fine del I sec. a.C. e l'inizio del I sec. d.C.
Durante la prima età imperiale, in epoca tiberiano-claudia (14-54 d.C.) questo settore del vicus viene ristrutturato e vengono costruite due nuove case, la Domus del Labirinto e la Domus delle Esagonelle, separate da un piano in pezzame laterizio, probabilmente da interpretarsi come una strada.
La Domus del Labirinto sostituisce la Domus del Focolare: alla ricca residenza appartengono due sale da pranzo contrapposte (triclini) - quella orientale col pavimento decorato dall'emblema a mosaico del Labirinto e quella occidentale col pavimento decorato da numerose lastrime di marmo colorato -, due camere da letto (cubicula), alcuni ambienti di servizio e, a ovest e a est, due cortili.
La presenza di due sale da pranzo deve essere ricollegata all'uso stagionale delle stesse: il triclinio orientale, esposto per minor tempo alla luce del sole, era utlizzato durante la
primavera e l'estate, mentre quello occidentale veniva usato in autunno-inverno. L'originale planimetria adottata e la raffinatezza dei materiali
scelti per decorare i pavimenti, con marmi provenienti da tutto l'Impero romano, consentono di definire la Domusdel Labirinto come
una residenza di livello elevato, non solo nel ristretto ambito del vicus,ma anche più in generale nel panorama della Cisalpina romana.
Il periodo di frequentazione della Domus del Labirinto, così come della Domus delle Esagonelle e del piano in pezzame laterizio che le separava, è da circoscriversi al I sec. d.C., con probabili sporadici interventi destinati alla manutenzione e/o al rifacimento di strutture e decorazioni (in particolare gli affreschi parietali).
L'abbandono della Domus del Labirinto coincide con la costruzione, a ovest della domus stessa, di una nuova struttura, l'Ambiente C, che, per posizione, destinazione funzionale e cronologia, se ne distingue molto nettamente. Si tratta di un modesto ambiente affacciato su un'area aperta, destinato principalmente ad attività artigianali/produttive, sebbene non se ne possa escludere del tutto una parziale funzione residenziale: una "casa-bottega" (forse anche con funzioni di magazzino) la cui frequentazione è documentata per circa un secolo, dalla metà del II alla metà del III sec. d.C. Caratteristica di questo periodo, e in particolare dell'Ambiente C, è l'enorme quantità di frammenti di ceramica comune rinvenuti, la maggior parte dei quali da ricondurre a un recipiente definito "olla tipo Calvatone": la particolarità di questi frammenti consiste nel fatto di presentarsi sotto forma di orli accuratamente ritagliati in misure standardizzate e ricorrenti (la cui specifica funzione non è tuttavia ancora ben chiara).
L'Ambiente C viene abbandonato nella seconda metà del III sec. d.C. e le sue strutture crollano gradualmente: è possibile collocare l'attività di spoglio dei muri non solo dell'Ambiente C, ma anche di quanto probabilmente sopravviveva delle domus di età imperiale tra la fine del III e il IV sec. d.C., attività presumibilmente proseguite almeno fino al V sec. d.C., periodo a cui bisogna attribuire i materiali più recenti rinvenuti nel corso dell'indagine, in particolare alcune monete.
Nel biennio 2014-2015 l'Università ha ripreso le indagini nell'area della Domus del Labirinto, con l'esplorazione del settore situato a ovest della domus signorile. Tale indagine ha permesso di mettere in luce un nuovo pavimento decorato da un mosaico, il cd. mosaico della treccia policroma.
Lo scavo ha, inoltre, messo in luce una nuova porzione dell'area aperta collegata all'Ambiente C e il lacerto di un piano pavimentale in laterizi, forse una pavimentazione da esterno.
Le ricerche condotte nel 2016 hanno interessato un nuovo settore dell'area della Domus del Labirinto, situato a est e a sud della domus eponima.
L'indagine ha permesso di individuare a est la porzione occidentale di un pavimento in cementizio a base fittile orientato NO-SE (3,26x1,68 m), in pessimo stato di conservazione, e uno dei muri perimetrali dell'ambiente interessato dal pavimento (1,45x0,43 m), caratterizzato da una fondazione potente formata da tre corsi di frammenti laterizi posti di piatto. Le strutture si datano in via preliminare al II-III sec. d.C., così come il piano compatto composto da ghiaia e laterizi di piccole dimensioni rinvenuto a sud dell'ambiente, che per composizione, potenza e l'utilizzo di ghiaia fine potrebbe costituire una pavimentazione da esterno, probabilmente il piano di un cortile.
A sud della Domus del Labirinto è stata messa in luce la prosecuzione di un pavimento in cementizio a base fittile identificato nel 2003 e pertinente a un'altra unità edilizia coeva alla domus (I sec. d.C.).
Fonti bibliografiche principali
- M.T. GRASSI (a cura di), Calvatone-Bedriacum. I nuovi scavi nell'area della Domus del Labirinto (2001-2006), "Postumia", 24/3, Mantova 2013.
- M.T. GRASSI, G. ZENONI, L. PALMIERI, Calvatone-Bedriacum 2014, in "Postumia", 25/2-3 (2014), pp. 143-159.
- L. PALMIERI, Calvatone, loc. Costa di S. Andrea, Report di scavo "2015" e "2016", in "FastiOnLine" (Associazione Internazionale di Archeologia Classica) (ON LINE).