Gli scavi UniMi: il Saggio Nord

Gli scavi UNIMI
Il Saggio Nord, realizzato negli anni 1994-1995, ha interessato la zona settentrionale dell'area di proprietà provinciale, dove nel 1957 erano stati scoperti tredici basamenti quadrangolari Pianta del Saggio Nord interpretati come un portico o una strada porticata. Il nuovo intervento si poneva come obiettivo l'esplorazione dell'area immediatamente a ovest della struttura, per chiarirne la funzione, la cronologia e la relazione con le altre strutture del vicus. Le nuove indagini, con il rinvenimento di altri tre basamenti e di numerosi frammenti di decorazione architettonica riutilizzati nell'adiacente acciottolato di epoca tardoantica, hanno consentito di interpretare la struttura come edificio pubblico.

Il pozzo del Saggio Nord
Nella zona nord-orientale dell'area interessata dallo scavo è venuta alla luce la fossa di fondazione e una parte di un pozzo: non si è conservata alcuna traccia del piano di calpestio che era utilizzato insieme al pozzo, che per questo motivo risulta isolato rispetto alle strutture circostanti. È stato, tuttavia, possibile datare con precisione la costruzione del manufatto, il periodo di utlizzo e il suo abbandono, grazie ai materiali rinvenuti sia all'interno della fossa di fondazione sia nel riempimento del pozzo. Il riempimento della fossa di fondazione contiene abbondanti macerie edilizie (laterizi frammentari, malta, intonaco) e ceramica prodotta nello stesso periodo (tra cui vernice rossa interna, terra sigillata e numerosi frammenti di vernice nera, Frammenti di Terra Sigillata Africanadi pareti sottili, di anfore) che consente di datarela costruzione del pozzo all'età augusteo-tiberiana (ultimo quarto I sec. a.C. - primo quarto I sec. d.C.).
I materiali del riempimento del pozzo risultano databili tra il I-II secolo d.C. (ceramica a pareti sottili, riferibile soprattutto alla più tarda produzione della classe, e vasellame in terra sigillata) e il IV-V secolo (terra sigillata africana, anfore) e consentono di collocare l'abbandono del pozzo nel V secolo d.C.


Il pozzo rinvenuto si aggiunge ad almeno altri sei pozzi già noti a Bedriacum: i pozzi (quando è possibile stabilire le loro relazioni con le strutture circostanti) risultano solitamente collocati in cortili o spazi aperti attorno ai quali si distribuiscono gli ambienti delle domus. È dunque probabile che si tratti di manufatti destinati all'approvvigionamento idrico delle singole unità residenziali e/o lavorative, sottoposti a costante manutenzione e rimasti in uso per lunghi periodi di tempo.


Fonti bibliografiche principali

  • G. SENA CHIESA, S. MASSEROLI, T. MEDICI, M. VOLONTÉ (a cura di), Calvatone romana. Un pozzo e il suo contesto. Saggio nella zona nord dell'area di proprietà provinciale, "Quaderni di Acme" (Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano), 29, Milano 1997.