Gli scavi UniMi: l'Area della Domus del Kantharos

Gli scavi UNIMI
Il settore indagato in estensione negli anni 2008-2009 rappresenta il collegamento tra l'area della Domus del Labirinto e il Quartiere degli Artigiani.
In quest'area sono state identificate alcune strutture che suggeriscono la presenza di una serie di edifici, probabilmente a carattere residenziale, allineati in senso nord-est/sud-ovest, come la vicina Domus del Labirinto e in accordo con l'impianto urbanistico del vicus. Le strutture sembrano svilupparsi lungo un fronte rettilineo unitario, con gli ambienti disposti l'uno accanto all'altro e affiancati a est e probabilmente a ovest da aree aperte (giardini? cortili?), come già riscontrato per la Domus del Labirinto.
Sono stati individuati cinque pavimenti in cementizio corrispondenti ad altrettanti ambienti di una o più unità abitative. Tra i pavimenti rinvenuti, due si distinguono dagli altri per la loro eccezionalità nel panorama delle attuali conoscenze sull'architettura residenziale del vicus di Bedriacum: il pavimento in cementizio di una sala da pranzo (triclinio) con l'inserto di un emblema a mosaico in tessere bianche e nere e un pavimento in cementizio di un ambiente riscaldato.

Il mosaico del Kantharos
Di straordinario interesse il rinvenimento dell'emblema a mosaico, che va ad arricchire, a distanza di cinquant'anni, il campionario dei mosaici che decoravano le domus bedriacensi, aggiungendosi al più noto mosaico del Labirinto. Una rottura lungo il margine meridionale del manufatto non ha compromesso la lettura dello schema decorativo, in cui quattro stelle di otto losanghe tangenti per due sommità formano un quadrato centrale occupato da un kantharos su alto piede (coppa per bere il vino), intorno al quale si dispongono quattro quadrati più piccoli decorati da altrettanti uccellini. Il confronto con la Domus del Labirinto e l'analisi stilistico-formale suggeriscono una prima datazione del mosaico al secondo quarto del I sec. d.C.

Il piano con pilae per suspensura Il secondo pavimento in cementizio appartiene probabilmente a un ambiente riscaldato e, proprio per questo motivo, risulta essere un unicum nel panorama dell'architettura privata di Bedriacum. Il pavimento presenta sulla superficie diverse impronte di forma circolare chiaramente distinguibili, dove certamente un tempo eramo poste le pilae (colonnine) di sostegno per una suspensura (pavimento rialzato). L'ipotesi è stata confermata dal recupero, durante le operazioni di apertura del settore, di un frammento di pila di forma cilindrica e di alcuni frammenti di tubuli per riscaldamento parietale nelle immediate vicinanze del pavimento, e soprattutto dal ritrovamento in situ di una pila parzialmente danneggiata presso il limite sud-orientale del cementizio. Lo stato di conservazione del pavimento appare notevolmente compromesso e le sue dimensioni risultano piuttosto ridotte, a causa dei pesanti interventi di scasso dovuti presumibilmente alle arature meccaniche, che ne hanno intaccato profondamente il perimetro originario. È possibile interpretare il piano come il "sottofondo" di base su cui doveva in origine impostarsi il pavimento vero e proprio dell'ambiente riscaldato, separato dall'intercapedine creata attraverso le pilae di sostegno. L'orientamento delle strutture identificate e la loro disposizione, che segue le altre strutture individuate nell'area, fanno ipotizzare uno sviluppo architettonico coerente e permettono di datare in via preliminare anche l'ambiente riscaldato al I sec. d.C.

Nel 2014 a ovest della Domus del Kantharos è stato indagato un nuovo settore, presso il quale sono stati individuati due nuovi pavimenti in cementizio in pessimo stato di conservazione, allineati al pavimento del triclinio decorato dal mosaico del kantharos.

Nel 2016 le indagini si sono concentrare a est della Domus del Kantharos, in un settore confinante a nord anche con l'area della Domus del Labirinto.
In particolare, lo scavo ha permesso di mettere in luce un pavimento in cementizio a base fittile, la cui superficie, realizzata con scaglie laterizie di colore rosso scuro legate con malta bianca, risulta decorata da tessere quadrangolari in calcare nero disposte a formare un punteggiato regolare, perfettamente allineato con il pavimento del triclinio della Domus del Kantharos e datato in via preliminare al I sec. d.C.


Fonti bibliografiche principali

  • A. BACCHETTA, Calvatone (CR). Costa di Sant'Andrea - Area di propietà provinciale. Un nuovo mosaico dal vicus di Bedriacum, in LANX 3 (2009), pp. 63-71 (ON LINE).
  • A. BACCHETTA, Un nuovo mosaico dal vicus di Calvatone-Bedriacum (Cremona), in "Atti del XV Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico" (Aquileia, 4-7 febbraio 2009), a cura di Claudia Angelelli e Carla Salvetti, Tivoli 2010, pp. 97-106.
  • M.T. GRASSI - L. PALMIERI, Calvatone (CR). Località Costa di S. Andrea, area di proprietà provinciale. Vicus di età romana: l'area della Domus del Kantharos, in "Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia 2008-2009", 2011, pp. 114-120.
  • M.T. GRASSI - G. ZENONI - L. PALMIERI, Calvatone-Bedriacum 2014, in "Postumia", 25/2-3 (2014), pp. 143-159.
  • L. PALMIERI, Calvatone, loc. Costa di S. Andrea, Report di scavo "2016", in "FastiOnLine" (Associazione Internazionale di Archeologia Classica) (ON LINE).