Gli scavi UniMi: lo Scavo Sud

Gli scavi UNIMI
Nella zona meridionale dell'area di proprietà provinciale, parzialmente interessata dagli scavi degli anni 1957-1961, che avevano condotto all'identificazione di una "domus con cortile", hanno preso avvio nel 1988 le nuove indagini sistematiche delle Università degli Studi di Milano e di Pavia, articolate, fino al 2000, in dieci campagne di scavo.
Questo settore di Bedriacum è sicuramente frequentato durante la tarda età repubblicana (fine II - prima metà I sec. a.C.). Le strutture più significative della zona appartengono tuttavia alla prima età imperiale (seconda metà I sec. a.C. - I sec. d.C.): sono state individuate strutture pubbliche a nord e case signorili (domus) a sud.

A nord è stato messo in luce un vasto spazio aperto acciottolato, chiuso sul lato meridionale da un portico a pilastri affiancato da una canalina per il drenaggio delle acque.

Pianta dello Scavo SudPavimenti settentrionali della Domus dei Signini A sud sono stati rinvenuti i pavimenti e i muri di alcune domus: è questa in particolare l'area corrispondente allo scavo 5 del 1961, in cui vennero alla luce "una domus con cortile e altre costruzioni". Gli ambienti delle domus sono disposti intorno a un cortile pavimentato in mattoni sesquipedali. Il complesso, denominato Domus dei Signini, risulta particolarmente interessante per la presenza di numerosi pavimenti in cementizio, che si segnalano nel panorama dell'Italia settentrionale per l'originalità e la varietà dei motivi decorativi utilizzati. A questo periodo risale, inoltre, Delfino la mensa ponderaria (termine coniato dagli studiosi moderni) in "marmo rosso di Verona" (un tipo di calcare), rinvenuta nel settore in ottimo stato di conservazione. Si tratta dello strumento ufficiale utilizzato per il controllo delle misure di capacità adottate nei commerci, generalmente posto in un luogo pubblico: nelle Mensa ponedaria di Calvatoneaperture circolari dovevano essere inseriti i recipienti corrispondenti alle misure-campione, forse in bronzo. In tutto il mondo romano si conoscono poche mensae ponderariae e quella di Calvatone è una delle poche venuta alla luce in Italia settentrionale (un'altra si puņ vedere ad Aquileia). In Italia gli esemplari più completi sono stati rinvenuti nei fori di Pompei e di Tivoli, mentre altri esemplari sono stati rinvenuti in Nord Africa.
Alcune trasformazioni e ristrutturazioni caratterizzano il periodo successivo (fine I sec. d.C. - inizi II sec. d.C.). Le domus precedenti continuano ad essere in parte abitate, ma i pavimenti e i muri vengono restaurati. Un altro edificio residenziale sorge a nord del vasto spazio aperto acciottolato: ne restano poche testimonianze in situ, mentre del suo raffinato apparato decorativo (affreschi, stucchi) rimangono ampie tracce nelle fosse colmate con le macerie dell'edificio stesso in seguito alla sua distruzione (da qui la denominazione di Domus degli Intonaci).

Terra Sigillata Africana
La media età imperiale (II-III sec. d.C.) risulta caratterizzata dalla continuità, rispetto all'età precedente, nell'occupazione e nell'utilizzo degli edifici e degli spazi ed è rappresentata più dai materiali (soprattutto ceramica e monete) che dalle evidenze strutturali.
Nell'ultimo periodo di frequentazione dell'area (IV-V sec. d.C.) appare ancora vivace l'attività commerciale, che comprende scambi con l'Oriente e l'Africa (raffinato vasellame da mensa, anfore, lucerne).


Fonti bibliografiche principali

La pubblicazione dello scavo Sud è in fase di preparazione a cura di G. SENA CHIESA.
Tra i molti studi preliminari ad esso dedicati si segnalano:

Per la cronologia:

  • G. SENA CHIESA, Calvatone-Bedriacum: un vicus commerciale lungo la via Postumia, in Optima via. Atti del Convegno Internazionale di Studi Postumia. Storia e archeologia di una grande strada romana alle radici dell'Europa (Cremona 13-15 giugno 1996), Cremona 1998, pp. 345-367.

Per la mensa ponderaria:

  • M.T. GRASSI, La mensa ponderaria di Calvatone-Bedriacum, in "Sertum Perusinum Gemmae oblatum. Docenti e allievi del Dottorato di Perugia in onore di Gemma Sena Chiesa", a cura di S. Fortunelli, "Quaderni di Ostraka, 13", Napoli 2007, pp. 213-223.

Principali lavori sui materiali:

  • G.M. FACCHINI, Anfore di Calvatone romana. Osservazioni sulle vie commerciali in area mediopadana, in "Acme" (Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano), L, II, 1997, pp. 39-58.
  • M.T. GRASSI, Lucerne di tipo biconico e cilindrico. Il caso di Calvatone nel quadro delle produzioni di età tardo-repubblicana, in "Acme" (Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano), L, I, 1997, pp. 213-234.
  • M.T. GRASSI, La ceramica a vernice nera di Calvatone-Bedriacum, (Flos Italiae. Documenti di archeologia della Cisalpina Romana, 7), Firenze 2008.
  • T. RAVASI, Olio, vino, garum. Le relazioni commerciali di Calvatone-Bedriacum alla luce dei ritrovamenti di anfore, in "Old Pottery in a New Century. Innovating Perspectives on Roman Pottery Studies", Atti del Convegno Internazionale di Studi (Catania, 22-24 aprile 2004), a cura di D. MALFITANA, J. POBLOME e J. LUND, Catania 2006, pp. 315-329 .
  • T. RAVASI - D. BENEDETTI, Prodotti di importazione a Calvatone-Bedriacum. Il caso delle anfore di forma Richborough 527 e di un vetro del Gruppo di Linceo, in "Acme" (Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano), LVI, II, 2003, pp. 5-50.